tributi news del 12 agosto 2022

Sì definitivo al giudice unico per liti fiscali fino a 3 mila euro. Giustizia tributaria ridisegnata. Competenze dei giudici, non valutare dall’apparenza. Il fisco ringhia con i debitori. Fisco e contribuenti, armi pari. Una barriera per le liti pendenti. Al Fisco l’onere della provaSpazio alle testimonianze scritte. I giudici tributari: sciopero a settembre. Prova testimoniale a metà. Mediazione negata, il Fisco rischia di pagare due volte. No al pignoramento se c’è una proposta di transazione fiscale. Il rito tributario ora va di fretta. Via al giudizio tributario minore. Rottamazione liti fiscali, dubbia la convenienza per i contribuenti. La rottamazione-ter azzera gli interessi. Magistrati tributari in agitazione: dito puntato contro rapporto col Mef, mediazione squilibrata e riduzione dell’età per cessare dall’incarico. Uncat e Anc dicono no al mantenimento dei giudici sotto il Mef. Inagibilità con dichiarazione. In caso di debitori solidali basta la notifica a uno del titolo esecutivo. Sanzioni accessorie al tributo e interessi, prescrizione di cinque anni. 

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Sì definitivo al giudice unico per liti fiscali fino a 3 mila euro

Ivan Cimmarusti Giovanni Parente

Cinquant’anni dopo – dalla normativa del 1972 – la giurisdizione “onoraria” va in archivio, per far posto a una “professionale” che avrà l’onere di snellire un contenzioso che vale circa 40 miliardi di euro l’anno. In sostituzione delle Commissioni provinciali e regionali, inoltre, arrivano le Corti di giustizia di primo e secondo grado.Passa anche la definizione agevolata degli arretrati in Cassazione. La misura ha l’obiettivo di tagliare il grosso di queste pendenze, pari a circa 47mila cause. In caso di doppia sconfitta integrale dell’Entrate nei primi due gradi di giudizio, si potranno cancellare le liti fino a 100mila euro pagando il 5%, mentre qualora l’Agenzia abbia perso in tutto o in parte in uno solo dei gradi di merito, la sanatoria sarà rivolta alle liti fino a 50mila euro ma con il pagamento del 20 per cento.

Giustizia tributaria ridisegnata

di Giovanni Galli

Le commissioni tributarie provinciali e regionali diventano Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado. Nuovi giudici tributari per concorso e con lo stesso trattamento dei magistrati ordinari. Prova testimoniale nel rito tributario e liti fino a 3 mila euro decise da un giudice monocratico. L’aula della Camera ha approvato in via definitiva la riforma con 288 voti favorevoli, 11 contrari, 27 astenuti. 

Competenze dei giudici, non valutare dall’apparenza

Antonio Iorio

Appare evidente, infatti, che il processo tributario, fatta eccezione per alcuni aspetti marginali, non subisce interventi di rilievo: del resto, finora, le maggiori critiche sul funzionamento della giustizia tributaria non erano rivolte a istituti processuali ma alla amministrazione della giustizia stessa. Così, fatta eccezione per la sospensiva e la prova testimoniale (che comunque, in qualche modo, secondo la giurisprudenza di legittimità, era ammissibile attraverso le dichiarazioni nel Pvc o in atti difensivi), la vera novità di questa riforma è rappresentata dalla costituzione di una magistratura specializzata che, a tempo pieno, si dedicherà alle controversie tributarie nei gradi di merito e di legittimità. Un simile intervento era invocato da decenni da più parti e quindi, in prima battuta, non può che essere salutato con favore.

Il fisco ringhia con i debitori

di Giuliano Mandolesi

Il fisco mostra i muscoli con i debitori: subito aggredibili con pignoramenti, fermi ed ipoteche, i contribuenti che ieri 8 agosto non hanno integralmente saldato le rate 2021 della pace fiscale perdendo i benefici delle sanatorie. Stessa sorte inoltre toccherà a coloro che non rispetteranno i nuovi piani di dilazioni delle cartelle, presentati a partire dallo scorso 16 luglio, per effetto delle novità introdotte con decreto Aiuti (il dl 50/2022) che impedisce ai debitori di ottenere una nuova rateizzazione del carico oggetto di revoca.

Fisco e contribuenti, armi pari

di Giuseppe Ripa e Alessandro Lattanzi

Prova contraria del contribuente anche per via testimoniale e motivazione rafforzata dell’atto impositivo con abbandono delle asserzioni suggestive o presuntive. Sono questi i perimetri che il legislatore si è deciso ad inserire nel dlgs 546/92 afferente al processo tributario. Tanto l’una che l’altra sono elementi che cercano di rendere concreto quel concetto di parità delle armi o del giusto processo più volte agognato e segnalato. La motivazione rafforzata: che la motivazione nella sua declinazione siccome sancita anche dallo Statuto dei diritti del contribuente dovesse avere riguardo ai presupposti di fatto ed alle ragioni giuridiche è cosa nota; meno lo è stato la sua applicazioni pratica visti i risultati. 

Una barriera per le liti pendenti

Definizione delle liti pendenti in Cassazione a maglie strette e con incertezza sulla data da assumere come riferimento. Di fatto, ci vorrà almeno un pronunciamento di merito negativo nei confronti dell’agenzia delle entrate e, in ogni caso, laddove il contribuente decida di chiudere la controversia, dovrà comunque in linea di principio effettuare un esborso a meno che, scomputando quanto già versato, il debito per la definizione non sia esaurito. Inoltre, il tetto massimo per la definizione è comunque fissato a 100 mila euro e differenziato a seconda della sorte dei gradi di merito.

Al Fisco l’onere della provaSpazio alle testimonianze scritte

I.Cimm. G.Par.

Non basterà la «presunzione grave, precisa e concordante» alla base dell’accertamento. Dal canto suo, invece, il giudice tributario dovrà essere più rigoroso nel valutare le prove che l’Amministrazione porterà in giudizio contro il contribuente e potrà ammettere la testimonianza in forma scritta. Con la modifica dell’articolo 7 del Codice del processo tributario (Dlgs 546/1992) arrivano importanti riassetti organizzativi del contenzioso, con risvolti sulla difesa dei contribuenti e dei professionisti che li assistono.

I giudici tributari: sciopero a settembre

Alessandro Galimberti

Magistrati tributari verso l’astensione dalle udienze alla ripresa di settembre, per protestare contro la riforma attesa questa mattina al varo definitivo della Camera. Una riforma che «non tutela i cittadini e i contribuenti, non migliora il sistema della giustizia tributaria, non consentirà il raggiungimento degli obiettivi previsti nel Pnrr e non tutela i giudici tributari» dichiara la presidente di Amt, Daniela Gobbi. che ha annunciato ieri lo sciopero dei giudici “laici” delle Commissioni tributarie.

Prova testimoniale a metà

Alessandro Lattanzi

Prova testimoniale ammessa, ma con paletti. Con la definitiva approvazione da parte della Camera del ddl “disposizioni in materia di giustizia e di processo”, nel dlgs 546/1992 subentra la possibilità di richiedere la prova testimoniale; tuttavia, l’utilizzo non sarà indiscriminato, essendo subordinato ad alcuni limiti.

Invero, tale strumento assurge a maggiore tutela dei diritti nei confronti di chi si ritrova a subìre una fase istruttoria spesso particolarmente invasiva; dall’altro lato, invece, si rimane perplessi dinanzi alla scelta di non permetterne l’utilizzo avverso i fatti contestati da pvc o altro atto avente fede privilegiata. Così facendo, dinanzi ad una stessa fattispecie oggetto di verifica, si rischia di avvantaggiare la modalità degli accessi, ispezioni e verifiche rispetto alle altre metodologie istruttorie, quali ad esempio, l’invio dei questionari. Sul punto, quindi, si attendono ampie riflessioni dai futuri processi.

Mediazione negata, il Fisco rischia di pagare due volte

Ivan Cimmarusti Giovanni Parente

L’eccezione è diventata regola, almeno quando si parla di compensazione delle spese nelle liti fiscali. Ma ora la riforma del contenzioso pare destinata a cambiare le carte in tavola. Vediamo però da dove nasce la questione. Per legge, la compensazione delle spese di lite nel processo tributario andrebbe disposta solo nei casi in cui sussistono gravi ed eccezionali ragioni da motivare espressamente. Quindi non dovrebbe rappresentare l’ordinarietà. Invece, stando alle statistiche sul contenzioso tributario, la realtà è tutt’altra. In particolare, quando a vincere è il contribuente.

No al pignoramento se c’è una proposta di transazione fiscale

Giulio Andreani

L’agenzia delle Entrate-Riscossione, in quanto soggetto pubblico che tutela interessi pubblicistici, non deve procedere al pignoramento nei confronti di un’impresa che, nell’ambito delle trattative che precedono la conclusione di uno o più accordi di ristrutturazione dei debiti, abbia presentato – allo stesso agente della riscossione e alle agenzie fiscali su mandato delle quali quest’ultimo agisce per il recupero dei crediti tributari – una proposta di transazione fiscale di cui all’articolo 63 del Codice della crisi. Ciò per due ragioni: 1 perché l’agenzia della riscossione non può assumersi, eseguendo il pignoramento, la responsabilità di far naufragare le trattative in corso con i creditori, nelle quali essa stessa è stata coinvolta mediante la notifica della proposta di transazione fiscale, per di più rischiando di compromettere il recupero di altri crediti facenti capo allo Stato; 2 perché nella fase delle trattative il creditore, in particolare se pubblico, deve tenere nei confronti del debitore un comportamento leale.

Il rito tributario ora va di fretta

di Andrea Bongi 

Corsia preferenziale per la sospensione giudiziale dell’atto impugnato: massimo 30 giorni per deciderne la trattazione e decisione nella stessa udienza della trattazione. La riforma del processo tributario attesa, per l’approvazione definitiva, da oggi alla Camera dei deputati, punta a diminuire il lasso temporale che intercorre tra la presentazione dell’istanza e la decisione del giudice.

Via al giudizio tributario minore

di Andrea Bongi 

Nasce il giudizio tributario minore. Sarà quello avente ad oggetto controversie entro il limite di euro 3.000 che verranno decise, nel primo grado di giudizio, da un giudice monocratico. Tenuto conto del modico valore delle liti attribuite al giudice unico con molta probabilità, in questi nuovi giudizi tributari minori i contribuenti potranno essere anche sforniti di assistenza tecnica. Le nuove liti minori di competenza del giudice monocratico troveranno applicazione per le controversie i cui ricorsi siano stati notificati a decorrere dal 1° gennaio 2023. 

Rottamazione liti fiscali, dubbia la convenienza per i contribuenti

La definizione delle liti pendenti in Cassazione, prevista nell’ambito della Ddl di riforma della giustizia tributaria, potrebbe non conseguire i dichiarati obiettivi di deflazione delle controversie pendenti presso i giudici di legittimità. Presenta infatti aspetti sfavorevoli per il contribuente.

La rottamazione-ter azzera gli interessi

Non sono dovuti gli interessi maturati a seguito del venir meno della sospensione giudiziale dell’atto impugnato, qualora il contribuente abbia usufruito della rottamazione-ter. Così si è espressa la Ctr della Lombardia con la sentenza 2402/2/2022 (presidente Proietto, relatore Crespi).

Magistrati tributari in agitazione: dito puntato contro rapporto col Mef, mediazione squilibrata e riduzione dell’età per cessare dall’incarico

Maria Sole Betti

Magistrati tributari in agitazione contro la riforma. A rischio gli obbiettivi del Pnrr, la tutela dei cittadini e dei contribuenti e il rispetto dei principi costituzionali. Una revisione che non migliorerebbe il sistema di giustizia tributaria ma che anzi potrebbe portare a inefficienze e ritardi. È quanto lamentato dall’Associazione Magistrati Tributari (Amt), che ieri in una nota firmata dalla presidente, Daniela Gobbi, ha deliberato l’astensione dall’attività giurisdizionale in segno di protesta contro la riforma da oggi al voto finale della Camera. L’astensione dalle udienze arriva dopo l’approvazione, lo scorso giovedì, del testo finale da parte del Senato

Uncat e Anc dicono no al mantenimento dei giudici sotto il Mef

di Giovanni Galli 

Mantenimento “sotto” il Mef della giurisdizione tributaria, ius postulandi che continua ad essere riconosciuto, oltre che ai commercialisti, anche ad ingegneri, architetti, geometri, periti industriali e agrari, assenza di un “ascensore” in Cassazione dei magistrati tributari, introduzione di un istituto che collega la buona patente fiscale del contribuente ad un favor nel processo, innestando così nell’ambito del processo un “pregiudizio” nel giudizio, del tutto inammissibile sia esso negativo o positivo, assoluta inutilità della norma che sancisce l’onere della prova a carico dell’amministrazione finanziaria atteso che trattasi di un principio già sancito dall’ordinamento giuridico, pacificamente ammesso dal diritto vivente e che non è fonte di contestazioni. Questi i principali rilievi mossi da Uncat.

Inagibilità con dichiarazione

di Sergio Trovato

I titolari di fabbricati inagibili o inabitabili hanno diritto alla riduzione del 50% dell’imposta dovuta solo nel caso in cui presentino un’apposita dichiarazione all’amministrazione comunale o un’autocertificazione, allegando una perizia redatta da un tecnico. L’agevolazione non spetta per lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria sul fabbricato. E’ quanto ha affermato la commissione tributaria provinciale di Reggio Emilia, prima sezione, con la sentenza 152 del 3 agosto 2022.

In caso di debitori solidali basta la notifica a uno del titolo esecutivo

Dario Deotto Luigi Lovecchio

In pressenza di condebitori solidali – nel caso specifico, società di persone e soci – è sufficiente che la notifica del titolo esecutivo (ad esempio cartella di pagamento) avvenga entro i termini decadenziali nei confronti di uno solo di essi. L’agenzia delle Entrate potrà agire nei confronti degli altri entro i più ampi termini di prescrizione delle entrate tributarie. La tutela della posizione del coobbligato è inoltre assicurata dal fatto che questi ben potrà opporre qualunque eccezione alla pretesa fatta valere nei suoi confronti, mettendo in dubbio finanche la fondatezza del credito originario azionato nei riguardi del debitore principale (la società di persone). Questi importanti principi di diritto sono stati confermati nelle sentenze 24582 e 24583 depositate mercoledì dalla Corte di cassazione.

Sanzioni accessorie al tributo e interessi, prescrizione di cinque anni

Benito Fuoco e Nicola Fuoco

elle cartelle di pagamento che non derivino da un provvedimento giurisdizionale definitivo, la prescrizione delle sanzioni accessorie al tributo e degli interessi è di cinque anni. Lo ha stabilito la sezione sesta della Cassazione nell’ordinanza 19100/2022 del 14 giugno scorso.

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